1999 Ottobre 27 Craxi 1

1999 Ottobre 27 – Craxi 1

Nonostante tutto, preferisco Craxi ai craxisti in esilio tra noi, il latitante Craxi ai Boselli in aula, il
vecchio garofano alle ultime ibridazioni. La statura politica conserva dignità, anche quando scivola
nel penale.
Craxi almeno non piagnucola; ringhia. Non invoca una medicazione al pronto soccorso, ma la
revisione dei processi. Sta male; non si pente all’ingrosso.
Tuttavia, il certificato medico non annulla il fatto. Scegliendo Hammamet, che considera la sua
Caprera, Craxi si sottrasse all’arresto. Ora vorrebbe ricominciare tutto daccapo, come Sofri.
I Casini di turno invocano l’amnistia. Craxi no, pretende di più, l’innocenza. Lui, passato in
giudicato con sentenze definitive, vuole giudicare i giudici. Uno statista senza Stato.
Un giorno Craxi disse di Andreotti: “Prima o poi le vecchie volpi finiscono in pellicceria”.
Ma poi, al dunque, mentre il decisionista Craxi si sistemava in Tunisia, la volpe Andreotti
rinunciava all’immunità parlamentare.
Forse, a differenza di Craxi, il presunto Belzebù della Dc confidava in Dio. Forse, altra pellaccia.
Craxi sostiene di non aver mai messo in tasca una lira per sé, insomma malloppo di partito.
Stando alle sentenze, qualche conto non torna: i magistrati di Milano pagherebbero per sapere; ad
esempio, che fine hanno fatto i 23 miliardi di All Iberian e i 50 di un altro caso, legato a Raggio.
Spiccioli si dirà, per quei tempi, certo gioverebbe capire.
In Veneto, ci furono ristoranti, come l’Antico Brolo di Padova, che chiusero i battenti: un intero
ceto, a cominciare da dc e socialisti, faceva la bella vita, non si faceva mancare nulla, viveva sopra i
propri mezzi a spese dei contribuenti e banchettava allegro. Scoppiata Tangentopoli, addio menù a
sbafo, l’abbuffata politica cessò, perché non arrivava più una lira dai “soliti canali”. Addio clienti.
Chi finanziava il partito, chi il conto in banca privato, chi entrambi. Ma tutti spendevano in lungo e
in largo, a fondo perduto. Tangentopoli è stata anche un tenore di vita in franchigia.
Sulla “Stampa” di Torino, il sindaco di Milano Gabriele Albertini, di Forza Italia, ricorda oggi:
“Mani Pulite è stata un’esperienza positiva per la città. Basti pensare che, prima delle inchieste, un
chilometro di metropolitana costava 30, 40 volte di più di quanto costa oggi a noi. E’ anche su
queste cose che si è creato il debito pubblico”.
Si, avete letto bene, non si tratta di un refuso tipografico: 30 / 40 volte il costo in più!
Era già noto ma il galantuomo Albertini ha il merito di averlo ribadito che, in Comune a Milano, i
conti e le differenze con la Milano da bere dell’epopea craxiana lui li conosce fino al centesimo. E
meglio di Berlusconi.
Sapere in quale tasca quei denari pubblici sono finiti, importa poco, poiché in nessuna tasca
dovevano approdare.
E l’esposizione del Pci celava la sobrietà della “questione morale” al riparo di mille miliardi di rubli.
E’ costosa la storia d’Italia, in lire, dollari o rubli.