1999 La denuncia del commissario europeo

1999 – La denuncia del commissario europeo – Emma Bonino: “ A Bruxelles e a Roma
qualcuno progetta di togliermi l’incarico”

L’Api, fondata nel 1974, ( 1300 aziende, un fatturato complessivo di circa 8 miliardi, 21.000
dipendenti) ha chiamato un politico, il commissario europeo Emma Bonino, e un giornalista,
Ferdinando Adornato, direttore di Liberal (Marco Minniti, sottosegretario alla presidenza del
consiglio, ha dato forfait all’ultimo momento) per parlare delle dinamiche economiche e delle
strategie politiche, sociali e culturali che dovrà affrontare l’Europa nei prossimi anni, dopo la
tragedia bellica dei Balcani.
Il commissario europeo è chiaramente contrariato dalle voci che arrivano da Bruxelles. “Da li dice-
dice con un filo di rabbia- e dai palazzi romani giungono notizie di una mia esclusione dall’incarico
di commissario europeo”. E parlando di un “disegno volto a espellere una figura istituzionale non
gradita per la sua popolarità”, lancia una frecciatina a Prodi “che aveva promesso che non avrebbe
preso alcuna decisione prima del 13 giugno”. La Bonino si consola con la “promessa” di Fiorenzo
Sbabo di appoggiare otto quesiti referendari proposti dal partito Radicale, “quelli- sottolinea il
presidente dell’Api- che più direttamente riguardano le nostre aziende”.
“ L’Europa monetaria è arrivata al massimo possibile – dice agli imprenditori presenti in Fiera – ma
non sarà sostenibile se non sarà accompagnata dall’Unione politica. Bisogna stabilire che tipo di
unione politica vogliamo. Serve un modello di Stati uniti d’ Europa leggero, agile, che si occupi di
poche cose ma determinanti, di politica estera, di politica di sicurezza e che lasci il resto con grande
sussidiarietà agli stati membri”. Secondo il commissario europeo in Europa “non abbiamo ancora le
ricette giuste per il mercato, il lavoro e lo stato sociale, e per questo, sia l’Italia che la Comunità
devono cambiare subito strada. E se il modello anglosassone di Stato, società e mercato suona
troppo filoamericano, pazienza”.
Bonino ha quindi ribadito come la moneta unica sia insostenibile in assenza di una ferma e unica
politica. E in ogni caso, anche con l’Euro non è possibile pensare che 15 economie avanzino all’
unisono.
E se Adornato ha invitato le piccole e medie imprese, “motore dell’economia italiana” a creare più
cultura, e a impadronirsi dell’informazione”, Giorgio Lago, editorialista del Gruppo L’Espresso,
chiamato a coordinare gli interventi, ha chiesto “quando finiranno le lamentele degli industriali del
Nord Est: sono dieci anni- ha commentato sconsolato – che sento sempre le stesse cose”.