1999 Aprile 26 Kosovo/2

1999 Aprile 26 – Kosovo/2

La pace.

“Solo la pace è vittoriosa” ha dichiarato a Dayton il principale fautore della guerra, il presidente
serbo Milosevic. Dobbiamo sperarlo. Ma…dopo l’irreparabile, dopo la pulizia etnica, l’euforia è
fuori luogo. Serve solo la vigilanza. Perché la fiamma neonazionalista che si è riaccesa in
Jugoslavia continua a bruciare” (Jean-Marie Colombani, direttore di “Le Monde”, novembre 1995).

Il pacifismo.

“Gli autentici operatori di pace appartengono alla categoria degli uomini evangelici. Sono coscienti
che la pace è una conquista difficile, ma la perseguono attraverso una militanza del cuore che non
ha nemici, che non ha posizioni contro, che non degenera nella volontà di rispondere alla spada con
la spada. E’ una categoria disarmata e disarmante, perché non è mai da qualche parte e, soprattutto,
dall’altra parte. I pacifisti invece, nelle colorature più estreme e nell’epopea dei buontemponi in
cerca di visibilità, sono figli, non del Vangelo, ma delle ideologie, delle schematizzazioni politiche
e culturali. Sono uomini contro, gente che ha individuato a priori qualcuno cui attribuire il ruolo di
nemico. Sanno sempre prima dove andare e sono sempre negli stessi posti.

Più che dell’uomo sono innamorati delle proprie idee. Fanno politica, ammantandola di una nobiltà
che appartiene all’ordine formale delle parole, senza lo spessore di una volontà pacificatrice che
viene da dentro. Si servono della pace senza servirla e senza portarsela nell’animo. (Don Bruno
Fasani, direttore di “Verona Fedele”, settimanale diocesano, aprile 1999).