1970 giugno 8 Brasile-Inghilterra

1970 giugno 8 – Brasile – Inghilterra

Ottantamila persone, sotto un sole rovente sono scattate in piedi, quando Jairzinho ( l’osservato
speciale di Rocco) è andato in gol per il Brasile. Guadalajara come il Macaranà. Si sono
violentemente fusi assieme due stati d’animo del pubblico messicano: simpatia quasi morbosa per le
stelle carioca, irremovibile antipatia per tutto ciò che porti il copyright in inglese. Era il 59′: azione
spettacolare, con la “ pelota dominanda ” dai brasileri. Tostao palleggia sull’angolo dell’area di
rigore, alla destra del portiere Banks; riflessione lunga con tre avversari addosso. Tostao, dagli occhi
ancora convalescenti, vede Pelè smarcarsi al centro: gli tocca morbido la palla. Pelè stoppa con il
destro felpato; forse potrebbe concludere, ma sente scattargli in zona destra la pantera Jairzinho:
servizio. Jairzinho tocca, fa un metro, batte il destro con rabbia beduina. Gol dal basso in alto. Che
spettacolo!
Una partita indimenticabile, con rare pause agonistiche. Ma per essere perfetta, sarebbe dovuta
finire pari, senza sconfitti. L’Inghilterra non si è fatta camminare sopra dai brasiliani; ha ribattuto
azione su azione, non è riuscita a segnare ma ha costruito palle-gol clamorose.
Nel primo tempo, match pari di assoluta giustizia distributiva. Elevazione eccezionale di Pelè su
cross da destra di Jairzinho: Banks devia con un colpo di reni da spezzare in due. La squadra di Alf
Ramsey gioca tranquilla, senza incertezze, offrendo splendida condizione fisica.
Lee, cross, Hurst al centro per Peters piazzatissimo: testa d’incontro poco sopra la traversa. Dopo
32′, Lee ventre a terra, si tuffa da perfetto acrobata per concludere un lancio perfetto di Wright. A
cinque minuti dall’intervallo, Mullery in piena area lascia perdere il pallone e stoppa in tackle su
Pelè: rigore netto. L’arbitro israeliano non fa una piega. Del resto, per tutto il match non ne ha mai
fatte, lasciando che il tetto agonistico raggiungesse il maximum consentito.
Questi inglesi saranno sullo stomaco a molta gente, ma in un ambiente torrido, ostile, con l’urlo che
spacca i timpani ed è l’urlo di tutto il pubblico per gli uomini di “ O Rey ”, li ritrovi orgogliosi, seri,
atleti, consci della propria tempra, attaccati alla bandiera. Alla fine della partita, la gioia del
pubblico è irrefrenabile ma nessuno pensa più a chiamare Bobby Moore “ el ladron ”.
Il Brasile ha segnato il match-ball in un momento di calo fisico del centrocampo inglese.
Sintomatico che, quattro minuti dopo il gol, Ramsey abbia richiamato in panchina Bobby Charlton,
sostituendolo con Astle, mentre Bell, sostituiva Lee. Da questo momento, mancavano ventisei
minuti allo stop della partita, è cominciato il forcing tremendo dell’Inghilterra. Ad un certo punto, lo
stadio non ha potuto non applaudire. Era l’omaggio ai campioni del mondo: campioni che stavano
onorando la Coppa Rimet vinta nel ’66. Durante un forcing condotto sul ritmo, contro il palleggio
carioca, gli inglesi si sono incredibilmente mangiati tre elementari palle-gol.
Io stesso, in un paio di occasioni, mi sono ritrovato in piedi con le mani stupefatte.
Errore colossale di Brito che serve sul dischetto di rigore Hurst, solo come un cane randagio:
sinistro che non sbaglierà mai più nella sua carriera, fuori, lungo il palo ( ! ). Più tardi, porta
semideserta e tiraccio morto di Bell. Più tardi ancora, incrocio dei pali colpito violentemente da
Ball. Scalogna nera, tutto sommato.Tostao era uscito, sostituito da Roberto. Il Brasile
maramaldeggiava sul tempo, andando via in contropiede.
Teneva il risultato con Rivellino e Clodoaldo in linea difensiva, irrobustita da Carlos Alberto,
grande terzino. Cesar allargava tutto alla sinistra, Pelè isolato al centro, Jairzinho a destra.
Banks era ancora grande su due conclusioni lunghe.
Ma era soprattutto l’Inghilterra a sfondare con ondate di bellezza anglossassone.
Queste due stupende squadre ( pause di una ventina di minuti in tutto) sembrano aver cancellato
l’altura. Domani ne riparleremo con calma, ora non consentita.
Per lo spettacolo della Coppa Rimet c’è da sperare però che l’Inghilterra passi nei quarti. Senza le
casacche bianche, dopo questa sanguigna resistenza al funambolismo carioca, la Coppa sarebbe più
povera. Quasi orfana.